Quando la struttura influenza la funzione (anche seduti sul water!)

E’ bene conoscere la fisiologia biomeccanica del tratto ano-rettale per migliorare il funzionamento del nostro intestino

posizione accovacciata 1In Osteopatia, per mantenere un buon stato di salute è fondamentale che vengano rispettate tutte le funzioni corporee naturali e, soprattutto, assecondare la biomeccanica fisiologica dei vari distretti del nostro organismo.

Lo stile di vita moderno che l’uomo ha sviluppato negli ultimi tempi, seppur abbia aumentato di molto la nostra comodità, facilitando anche le nostre attività quotidiane, è purtroppo sempre più innaturale, allontanandoci dalle funzioni normali dell’organismo.

Uno degli insegnamenti più significativi della medicina naturale è quello di “ascoltare” le richieste del nostro organismo e di seguire i nostri istinti.

Ad esempio, durante uno stato febbrile, accade spontaneamente di volere star a riposo assoluto e di star a digiuno di cibo, anche per alcuni giorni, fino ai primi segni di miglioramento. Infatti, tutto ciò è normale e auspicabile, per dar il tempo all’organismo di auto-regolarsi senza il sovraccarico e il dispendio di energia dovuti a stress aggiuntivi o alla digestione.

Consideriamo anche la posizione supina che fanno assumere abitualmente alle donne, per partorire negli ospedali, in confronto con quella accovacciata o in piedi con le gambe leggermente piegate. La posizione a pancia in su, anche se permette al personale sanitario di monitorare meglio lo svolgersi del parto, è una posizione innaturale. Invece, le posizioni accovacciata e in piedi rispettano l’anatomia e la fisiologia dell’apparato femminile: hanno l’effetto di consentire il movimento del bacino e il rilassamento della muscolatura pelvica, sfruttando la forza di gravità,  che facilita naturalmente la fuoriuscita del nascituro lungo il canale del parto.

Un esempio per tutti, di quanto l’uomo si sia allontanato dal suo stato naturale, lo possiamo cogliere nel semplice atto fisiologico della defecazione, che porta l’uomo a sedersi come su una sedia. Anche se questa posizione sia molto comoda, non è sicuramente naturale (non esistono tazze in natura!) e mette, così, in difficoltà l’intera fisiologia biomeccanica dell’apparato sfinterico anale.

La posizione seduta

Ultimamente si riconosce che la posizione in cui ci sediamo sulla tazza possa essere la concausa, se non la causa, di vari disturbi come stipsi, emorroidi e prolasso rettale.

posizione seduta water 1Nel caso delle emorroidi, uno dei motivi per cui ciò avviene non sarebbe dovuto, come si potrebbe pensare, al solo rilasciamento dei tessuti dovuto all’età, ma piuttosto ad una pressione interna/addominale eccessiva, che va a gravare sul tratto intestinale.

Nemmeno si può identificare come causa della stitichezza solo e esclusivamente l’alimentazione, anche se essa giochi un ruolo fondamentale nella salute dell’apparato digerente. Ricordiamo che molte persone hanno difficoltà ad andare in bagno, e avvertono le prime manifestazioni emorroidali, già da giovane età.

Vi è una spiegazione biomeccanica molto plausibile, per chiarire come mai la posizione seduta possa contribuire all’insorgere di tali patologie. Ma prima dobbiamo conoscere un po’ dell’anatomia e della fisiologia del tratto ano-rettale, situato nella parte finale dell’apparato digerente.

L’apparato sfinterico anale

L’organismo umano è dotato di una struttura anatomica ingegnosa per eliminare le proprie feci. L’evacuazione è controllata da un sistema di chiusura del canale anale, composto da due sfinteri, uno interno ed uno esterno.

Lo sfintere è un muscolo a forma di anello che avvolge un orifizio o canale.

Esso ha la funzione sia di contrarsi per restringere il passaggio, che di rilassarsi per permettere l’apertura di un orifizio, dipendendo dalle richieste fisiologiche del momento.

L’ apparato sfinterico anale è composto da due muscoli:

canale ano-rettale–      muscolo sfintere anale interno: è un muscolo liscio involontario (cioè, controllato dal sistema nervoso autonomo) e si trova nella zona superiore del canale anale

–      muscolo sfintere anale esterno: situato all’esterno del canale anale, è un muscolo volontario (cioè, soggetto ai nervi somatici che partono dal sistema nervoso centrale)

Questi due muscoli lavorano in sinergia per agevolare l’espulsione delle feci.

Lo sfintere interno è regolato dal sistema nervoso autonomo. Ciò vuol dire che è l’intelligenza intrinseca dell’organismo che avvisa quando è il momento giusto di evacuare, inviando degli stimoli ben noti (non importa se siamo tranquilli a casa o in fila alla posta) che portano all’apertura del canale anale.

Lo sfintere esterno, invece, segue ciò che decide il cervello, e ci permette di controllare volontariamente il momento più appropriato di evacuare. Tramite la contrazione volontaria dello sfintere esterno, ci è consentito di aspettare prima di andare alla toilette a noi più conveniente, o rinviare lo stimolo, prima di dare il via cosciente all’evacuazione, che fa rilasciare lo sfintere.

Un altro muscolo fondamentale che contribuisce al sistema di chiusura intestinale è il m. pubo-rettale (uno dei tre muscoli dell’elevatore dell’ano, che forma il pavimento pelvico).

apparato sfinterico osteopatia

Il m. pubo-rettale, sia in posizione seduta che in piedi, avvolge e tira il tratto ano-rettale verso di sé, creando un angolo acuto che naturalmente restringe quel tratto.

Dunque, quando è contratto il m. pubo-rettale partecipa alla restrizione dell’orifizio anale; quando si rilascia allarga l’angolo intestinale e allunga il retto, facilitando così la defecazione.

La struttura influenza la funzione

In posizione seduta, il sistema sfinterico non è concepito per aprirsi completamente, grazie anche alla contrazione naturale del muscolo pubo-rettale, perché la sua funzione è mantenere la continenza intestinale.

Questo spiega perché la posizione seduta rende più difficile la defecazione: c’è bisogno di uno sforzo raddoppiato dei muscoli addominali e diaframma, che crea molta pressione interna, con conseguenze dannose al tratto intestinale e all’apparato sfinterico, come logorio dei tessuti, emorroidi, diverticolite e prolasso rettale etc. Vi rimane inoltre la sensazione che lo svuotamento sia stato incompleto, con ristagno di materiale fecale (che predispone, fra l’altro, a infiammazioni intestinali oltre che a formazioni tumorali).

La soluzione è tanto semplice quanto banale: l’ideale sarebbe assumere la posizione accovacciata, completamente rilassata e naturale, come quella che si usa in natura o utilizzando il “bagno alla turca”. Solo in questo modo, con il peso del corpo interamente sui piedi, si possono ottenere tutti i vantaggi rispetto alla posizione seduta.

posizione accovacciataSi può ottenere una posizione simile restando comunque comodamente seduti sul water, anche se l’angolazione intestinale risultante non sarà quella perfetta, ma comunque assai migliore di quella seduta ad angolo retto. Basterà adottare i seguenti accorgimenti: il tronco leggermente flesso in avanti, ed i piedi ben separati e completamente poggiati su un panchetto alto circa 23/25 cm.

In questo modo si ha un’angolazione migliore (di circa 35 gradi) che, senza sforzi eccessivi, facilita la funzione escretoria naturale del tratto ano-rettale. Ciò permette inoltre uno svuotamento più completo e rapido, grazie al rilassamento del muscolo pubo-rettale.

Ci sono anche una serie di vantaggi ai vari tessuti e alla fisiologia degli organi interni: senza le forti pressioni addominali, si prevengono dei danni fasciali, vascolari e nervosi, non solo all’intestino (non ultimo da evidenziare i benefici per la cura delle emorroidi, sostenuti da vari studi clinici) ma anche alla vescica e agli apparati genitali (utero, prostata).

Comunque, ricordiamo che la posizione fisiologica perfetta è quella del completo accovacciamento, accosciandosi e con le gambe ben separate, come quando si usano i “bagni alla turca”.

posizione pubo-rettale water

Osteopatia e biomeccanica

Questo è un esempio illustrativo di come la biomeccanica corretta permetta il funzionamento corretto dei nostri organi. In Osteopatia, questo concetto, riassunto nella frase “la struttura influenza la funzione”, viene da sempre applicato in tutto il corpo e per tutte le sue funzioni.

Per ogni singolo distretto, l’osteopata indagherà quali cambi nella struttura possono portare a dei particolari disturbi. Dopodiché, si impegnerà a correggerli con le tecniche più adatte al caso, allo scopo di migliorare l’equilibrio funzionale del nostro organismo.

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